Esportare la dolce vita

è il Rapporto del Centro Studi Confindustria che analizza il potenziale del Bbf-Bello e ben fatto nei mercati mondiali.

Dallo studio, cui hanno contribuito anche Federalimentare, Confindustria Moda, UCINA e FederlegnoArredo, emerge che il comparto del Bbf vale 122 miliardi di euro e ha un potenziale incremento delle esportazioni di ben 96 miliardi.

L’export si dirige maggiormente verso i mercati avanzati che assorbono circa 104 miliardi di euro. Ammonta invece a oltre 19 miliardi di euro il quantitativo di eccellenze esportato verso i paesi emergenti che, per il loro dinamismo, sia sul piano demografico che su quello economico, offrono margini di crescita relativamente maggiori.

Per quanto riguarda il potenziale, questo si ripartisce per oltre tre quarti nei paesi avanzati (74 miliardi di euro) e per la restante parte negli emergenti (22 miliardi di euro). Tra gli avanzati, i paesi con il maggiore potenziale sono Stati Uniti (22,6 miliardi di euro), Germania (5,7 miliardi) e Corea del Sud (4,7 miliardi). I settori che vi esportano maggiormente sono quelli legati alle “3F” di Fashion, Food, Furniture. Tra le economie emergenti i mercati principali sono la Cina (2,4 miliardi di euro), l’Arabia Saudita (2,0) e il Qatar (1,4). Oltre ai settori legati alle “3F” compare in questo caso anche la Nautica, particolarmente fiorente in paesi dove è presente una classe di popolazione caratterizzata da spesa elevata. Sia negli emergenti che nei paesi avanzati, i due principali competitor delle imprese italiane sono Francia e Cina. La Russia è un mercato che si attesterebbe al secondo posto per potenziale sfruttabile nella classifica degli emergenti, ma a seguito dell’invasione dell’Ucraina non è pensabile che gli scambi possano intensificarsi.

«Esportare la dolce vita è possibile – spiega Stefano Albano, fondatore di The Italian Showroom -. La nostra iniziativa a Houston, in Texas, mira proprio a questo. I beni Bbf sono quei prodotti dell’alimentare, moda e arredo in grado di veicolare un valore aggiunto distintivo del nostro Paese ottenendone in cambio un prezzo più alto almeno del 20% rispetto ai concorrenti mondiali. Il Bbf continua a essere leva di competitività per il made in Italy. La facilità di riconoscere l’italianità come caratteristica di un prodotto e di apprezzarla è motivo per cui i consumatori sono disposti a riconoscergli un valore superiore piuttosto che a quello prodotto da un competitor.

Il Bbf e i suoi tratti distintivi sono la bandiera dell’italianità nel mondo, in particolare negli Usa. Questa categoria di prodotti racchiude in sé tutti quei beni che rappresentano l’eccellenza italiana in termini di design, cura nei dettagli, qualità dei materiali e delle lavorazioni. Si tratta di prodotti di elevata qualità che si distribuiscono in tutti i comparti produttivi, ma che trovano la loro massima espressione nelle produzioni maggiormente legate al gusto e alla creatività».

Da questo punto di vista il Bbf è l’espressione più facilmente riconoscibile del made in Italy, riprendendo i tratti più caratteristici dell’heritage culturale dell’Italia, delle sue tradizioni, dei suoi paesaggi e delle sue opere d’arte, contribuendo a comporre l’immagine dell’Italia produttiva. In questo senso il “bello e ben fatto”, oltre a rappresentare una quota importante dell’export italiano nel mondo, fa da volano a tutte le esportazioni italiane, avendo un valore non solo economico, ma anche immateriale. L’Italia esporta il 99% degli oltre 5.000 prodotti scambiati al mondo, e con la stessa proporzione i quasi 1.400 prodotti finali di consumo. Inoltre è seconda solo alla Cina per varietà di prodotti esportati nel comparto del Bbf.

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